lunedì 17 marzo 2014
Mercoledì teatrale: L'importanza di chiamarsi Ernesto
Allestito nel 2000, “L’importanza di chiamarsi Ernesto” è tuttora lo spettacolo più visto di sempre in tanti teatri italiani ed è quello che ha totalizzato il record di pubblico del Teatro Stabile di Calabria che lo ha prodotto. A più di dieci anni da quello strepitoso successo Geppy Gleijeses con Lucia Poli
e con l’inserimento di Marianella Bargilli, per la prima volta a Bellinzona, lo riprendono in un nuovo allestimento. Definita la più bella commedia di tutti i tempi, “L’importanza di chiamarsi Ernesto” debuttò a Londra nel 1895, ultimo lavoro teatrale di Wilde e diversissimo dai precedenti: nella commedia infatti la conversazione spodesta l’azione, tanto che fu definita l’unica opera verbale pura in lingua inglese.
Diversamente dalla Giulietta di Shakespeare, che si dichiarava disposta ad amare Romeo Montecchi sotto qualsiasi nome, le due eroine di Wilde si dichiarano incrollabilmente decise ad amare soltanto qualcuno che risponda al nome di Ernest, che ispira loro fiducia per motivi esclusivamente fonici.
I personaggi sono tutti magnificamente caratterizzati: l’illegittimo, la vecchia Lady dispotica, le ereditiere e soprattutto la donna con un passato. L’eterea verbalità, dove tutti si esprimono mediante paradossi squisiti, si accompagna a un senso visivo di teatralissima efficacia. Benché più rare che nei lavori precedenti, le didascalie sono molto suggestive. Dalle didascalie si capisce anche lo stile di recitazione che Wilde desiderava: uno stile non farsesco e nemmeno realistico. I personaggi debbono cioè scambiarsi le battute con perfetta naturalezza, senza mostrare di ritenerle spiritose e senza tentare di giustificarle caratterizzandosi come eccentrici.
www.teatrostabilecalabria.it
di Oscar Wilde
con Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli, Lucia Poli e gli attori della compagnia
Produzione: Teatro Stabile di Calabria e Teatro Quirino, 2000; ripresa 2014
Regia Geppy Gleijeses
Traduzione Masolino D’Amico