venerdì 13 dicembre 2013

Io non vedo e non sento però parlo.



Lo spunto del pezzo di oggi arriva da qui:

La cosa che colpisce è il sottotitolo: Il caso non è isolato e ora autorità ed esperti alzano la voce: "Non c’è più tempo. Dobbiamo intervenire subito"

Ma anche nell'articolo non si scherza: Oggi i bambini a 6 anni hanno già in mano l’iPad. Non possiamo più aspettare. Occorre puntare su un’educazione mirata all’uso consapevole delle tecnologie già alle elementari”.  Daniele Parenti  (esperto svizzero di nuove tecnologie ed educazione, nota del Nero)  insiste sul coinvolgimento degli adulti. “La scuola non può fare miracoli. Sono anche i genitori a dovere fare la loro parte. E a doversi attivare anche a livello di prevenzione. Alcuni operatori, ad esempio, consentono di impostare determinati filtri sulla propria rete internet casalinga. Questo può permettere alle famiglie di gestire diversamente l’accesso dei loro figli a siti ritenuti pericolosi”.


Voglio riassumere la mia sensazione specifica  riguardo al fatto che ci siano milioni di foto di bambini e adolescenti in circolazione: il fenomeno si diffonde perché alle famiglie non frega nulla dei loro figli. 
Giravano (lo so perché per lavoro una volta ho dovuto cercare prove  informatiche in un caso di presunta pedofilia) e in parte girano ancora per le scuole e nei gruppi di adolescenti  alcuni speciali numeri telefonici. Si tratta di numeri di telefono ai quali basta inviare una fotografia di se stessi,  nudi davanti allo specchio. Inviando tale immagine il minore - spesso un bambino - riceve  in cambio una ricarica telefonica.  Esistono due possibilità: l'invio della semplice foto rimane "privata" oppure la foto/video (chi non ha una webcam?) finisce su internet nei circoli viziosi di chi ama  tali riprese.
Le cifre sono medio basse in partenza, poche decine di franchi. Ma se si tratta di coppie di amiche-ici disposte a prodursi in atti più o meno sessuali si arriva a valori di diverse centinaia di franchi. Ci sono poi fenomeni di adolescenti che si offrono su siti di peep-show  - sempre le webcam  - di fronte ad adulti che pagano per far fare loro cose più o meno porno.

Eccoci all'origine delle fotografie o dei filmati. Molti - non solo in Svizzera -  si illudono che la stragrande maggioranza di queste immagini sia di bambini dell'est o asiatici che vengono abusati e fotografati in pose porno. Le cose sono un poco diverse, fatevi coraggio e guardate qui:

Update: su consiglio delle autorità ho tolto il link.

E' una query con  Google (esiste anche per i gay) per far capire che basta pochissimo - uno specchio, un corpo e un telefonino - per far scattare  l'orrendo e lucroso commercio. Questo fenomeno  si propaga sino ai ragazzini di  scuole medie ed elementari perché basta abbiano un cellulare. 

La SIM è il ponte che permette la diffusione di questi speciali numeri tra i minorenni  che rappresentano la fascia più ampia, nel senso che si tratta di una "zona" culturale nella quale l'offerta e la domanda si incontrano. Da un lato ci sono i minori che vogliono la ricarica del telefono, dall'altro ci sono i pedofili che pagano. C'è anche la fascia di comportamenti simili in palestra, piscina, oratorio  dove i ragazzi vengono lasciati nelle mani di persone che possono avere voglia di fotografarli e vendere fotografie a qualcuno.  Ma  stiamo divagando.

Possono fare qualcosa i genitori? Diciamo che sino a quando si usa una SIM per il traffico il consiglio  è di dare una POST pagata ai figli, in modo che dalle fatture si possa controllare il traffico ed eventuali ricariche periodiche  o sospette.  Perché, lo ripeto,  in realtà si tratta di fenomeni ove l'offerta incontra volontariamente la domanda.
Diverso, e mi ripeto di nuovo ma lo ritengo necessario, è il  caso colf-baby sitter-operatori scolastici dell'infanzia: le vittime sono bambini che hanno tutto il diritto di essere poi ascoltati e seguiti con attenzioni particolari.
Se vostra figlia a 14 anni è disposta di vendere fotografie mentre lecca la patata a una sua amica, il problema non è che le fotografie finiranno ad alimentare un commercio sporco. Quelle sono le conseguenze del problema. Il problema è che vostra figlia è una troietta e voi non state facendo niente per evitarlo, anzi: non ve ne siete neanche accorti.

O meglio ancora: ai genitori la cosa non interessa. No, non sto scherzando. Andate a vedere quanti genitori sono presenti alle riunioni organizzate per  capire e affrontare il problema nella scuola stessa o presso altri centri. La pura e semplice verità è che qualsiasi cosa è sempre più importante "di là, di qua, lassù, laggiù", più importante di conoscere i pericoli che corrono i propri figli. Perché la media pensa che si tratti di pericoli che  riguardano i figli degli altri.  Purtroppo sono tanti, tantissimi e molto disinvolti: ci sono orde di giovani mignotte e piccoli marchettari che non solo si vendono ma si propongono  ai raccoglitori di foto e filmati. Se i genitori fossero  davvero  interessati al fenomeno, probabilmente il problema sarebbe risolvibile. 

Solo che i genitori hanno (generalmente) questa successione di pensieri:
Io il figlio l' ho fatto e le mie responsabilità finiscono lì. 
Adesso tocca allo stato, alla scuola, alla polizia e alle aziende telefoniche e quelli che gestiscono internet fare il resto. 
La mia parte era metterlo al mondo il pargolo. Quello che viene dopo sono tutti cazzi di altri.

Senza contare quelli che  pensano anche:
Mia figlia/mio figlio  sono diversi. 
Sono cose che succedono solo in famiglie disastrate, di immigrati,  in famiglie dove c'è  sottocultura e comunque in certe classi sociali di disperati. 
Mia figlia/o non c'entra. Siamo brave persone e rifiuto di pensare che possa succedere a me.

La mia personale opinione è che non freghi un cazzo a nessuno.
E quindi queste porcherie accadono. 
Dietro tutta l'immagine della famiglia simil mulino bianco, c'è il disinteresse più assoluto e il "non ho tempo per". 

Rifarsi le tette è più importante.