Di Dada e Achille
Giorni fa ho letto sui quotidiani italiani che il governo
"sta preparando una risposta forte" all'ipotesi di condanna a morte
per i nostri marò detenuti in India se venissero giudicati da una corte
antiterrorismo. "Bene, - mi sono detto - finalmente (anche se in forte ritardo) qualcuno prende
posizione, una volta tanto non siamo i soliti calabraghe leccaculi voltagabbana
di fronte al primo governicchio che ci fa "bu" sul naso.
Adesso leggo che la "risposta forte" consiste nel
fare appello alla Corte Suprema indiana. Perbacco, che grinta. Che
determinazione. Che sprezzo per le eventuali conseguenze nei rapporti economici
italo-indiani che regalano qualche sospiro di sollievo all'esangue italica
economia. Che vergogna. Che sconforto. Sti cazzi insomma. Bisognerà ringraziare queste merde perché se si prendono l'ergastolo ci hanno fatto un favore? Ma ci prendete per il culo?
Già la figura di guano l'abbiamo fatta
riconsegnando quei due poveretti al governo indiano, credendo di
contrabbandarci per animi nobili che mantengono la parola data e invece
mezzo mondo - quello per intenderci che manda le truppe scelte, le teste
di cuoio e qualsiasi altra cosa di cazzuto abbia in casa a liberare
i propri cittadini ostaggio di qualche mente malata - ci ha riso dietro.
Scommetto che hanno persino rispolverato il tristo "italiani brava
gente" che ci bolla nel mondo in alternativa a "pizza mandolini e
mafia".
Non paghi di questa iniziativa offensiva per l'onore e la
dignità di qualsiasi popolo, i governanti si affannano a raccontare a destra e
a sinistra che anche l'EU si sta agitando per i nostri marò. Anzi, si conta
proprio sulle capacità diplomatiche degli algidi rappresentanti di Bruxelles
per uscire dall'impiccio.
Ve lo ricordate quel soldato italiano, Fabrizio
Quattrocchi, ucciso in Irak da terroristi nel 2004, quello che guardò in
faccia i suoi carnefici pronti a giustiziarlo gridando "così muore un
italiano!"? Vogliamo spedire i nostri due ragazzi a tenergli compagnia? E
poi celebrare le loro morti con una sbrigativa e falsa cerimonia dove tutti
sono commossi per finta e gonfiano le penne come capponi? Ma cazzo,
possibile che in Italia non si riesca a fare qualcosa di meglio, qualcosa
di dignitoso? E poi ci si critica se raccontiamo che certe volte fingiamo di non
essere italiani...