giovedì 16 gennaio 2014

Tre domande sui Marò

Di Dada e Achille



Giorni fa ho letto sui quotidiani italiani che il governo "sta preparando una risposta forte" all'ipotesi di condanna a morte per i nostri marò detenuti in India se venissero giudicati da una corte antiterrorismo. "Bene, - mi sono detto - finalmente (anche se in forte ritardo) qualcuno prende posizione, una volta tanto non siamo i soliti calabraghe leccaculi voltagabbana di fronte al primo governicchio che ci fa "bu" sul naso.
Adesso leggo che la "risposta forte" consiste nel fare appello alla Corte Suprema indiana. Perbacco, che grinta. Che determinazione. Che sprezzo per le eventuali conseguenze nei rapporti economici italo-indiani che regalano qualche sospiro di sollievo all'esangue italica economia. Che vergogna. Che sconforto. Sti cazzi insomma. Bisognerà ringraziare queste merde perché se si prendono l'ergastolo ci hanno fatto un favore? Ma ci prendete per il culo?

Già la figura di guano l'abbiamo fatta riconsegnando quei due poveretti al governo indiano, credendo di contrabbandarci per animi nobili che mantengono la parola data e invece mezzo mondo - quello per intenderci che manda le truppe scelte, le teste di cuoio e qualsiasi altra cosa  di cazzuto abbia in casa a liberare i propri cittadini ostaggio di qualche mente malata - ci ha riso dietro. Scommetto che hanno persino rispolverato il tristo "italiani brava gente" che ci bolla nel mondo in alternativa a "pizza mandolini e mafia".
Non paghi di questa iniziativa offensiva per l'onore e la dignità di qualsiasi popolo, i governanti si affannano a raccontare a destra e a sinistra che anche l'EU si sta agitando per i nostri marò. Anzi, si conta proprio sulle capacità diplomatiche degli algidi rappresentanti di Bruxelles per uscire dall'impiccio.

Ve lo ricordate quel soldato italiano, Fabrizio Quattrocchi, ucciso in Irak da terroristi nel 2004, quello che guardò in faccia i suoi carnefici pronti a giustiziarlo gridando "così muore un italiano!"? Vogliamo spedire i nostri due ragazzi a tenergli compagnia? E poi celebrare le loro morti con una sbrigativa e falsa cerimonia dove tutti sono commossi per finta e gonfiano le penne come capponi? Ma cazzo, possibile che in Italia non si riesca a fare qualcosa di meglio, qualcosa di dignitoso? E poi ci si critica se raccontiamo che certe volte fingiamo di non essere italiani...