lunedì 21 dicembre 2015

Quando si guardano troppo le stelle, anche le stelle finiscono per essere insignificanti.

Mi è capitato - e mi capita tuttora - di essere "sbeffeggiato" per determinati miei pensieri e comportamenti da persone che sia sui social/forum sia dal vivo mi definiscono mostro o animale e anche egoista e insensibile perché mi sono adontato per Parigi ma non per Beirut o per la Nigeria o altro ancora e perché distinguo i morti di serie A, B, C e oltre. Vi dirò una verità dolorosa ma inconfutabile: è normale. E non vale solo per me.

Se dovesse succedere qualcosa (e si intende qualcosa simil Parigi, chiaro) a qualcuno a me vicino, sarei  particolarmente colpito e anche sconvolto. Sarebbe normale.
Se capita qualcosa nel mio paesello o nella mia regione è normale che mi agiti.
Se in un paese, nel senso di stato sovrano, affine al mio che riconosco come familiare succede qualcosa mi preoccupo.
Quando tutto questo capita in paesi che non conosco, distanti non solo geograficamente e popolati da persone a me non affini, mi limito a constatare che è successo qualcosa di molto brutto e basta. Morta lì.

Mettere tutto sullo stesso livello è una stronzata, chiaramente di matrice di quelli che non sopporto in primis – sì, avete capito bene, parlo di quelli quelli - perché significa non interessarsi a nulla: se uno provasse davvero dolore per ogni strage o problema irrisolvibile del mondo sarebbe già morto da un pezzo di dolore o suicida per disperazione. Dichiarare di preoccuparsi per tutto farà sentire quelli quelli forse politicamente corretti e moralmente superiori, in realtà sono solo completamente stupidi.
E' vero, da un punto di vista etico e astratto non ci sono morti di serie A o di serie B o altro ancora ma la percezione che ognuno di noi ne ha - di quelle morti - ammette tutte le sfaccettature possibili. 
Un’ultima riflessione: ogni giorno siamo bombardati da notizie di stragi, epurazioni, omicidi di massa. Ci stiamo abituando alle morti collettive, l’informazione-catastrofe è il veleno quotidiano di questo primo stralcio di secolo. Ci viene somministrato a piccole dosi ed è già entrato in circolo secondo un programma di assuefazione del quale è difficile individuare l’ideatore. Se continuiamo così presto anche la perdita di un parente stretto sarà vissuta nell'indifferenza. Ma probabilmente accadrà in un futuro per fortuna ancora abbastanza lontano. Di quello i quelli quelli – scusate il bisticcio di parole – dovrebbero preoccuparsi se davvero avessero a cuore le sorti del mondo da lasciare ai nostri bis e tris nipoti.