Per il titolo di questo post ho parafrasato quello di un libro - "Osservazioni di un uomo qualunque" - del mio amato Giovannino Guareschi. L'ho scelto apposta perché considero lo scrittore parmense un vero gentiluomo della penna e nella vita. Ormai in circolazione ce ne sono pochini e non mi sembra vero di trovare l'occasione per parlarne.
Avviso subito: quello che ho scritto qui sotto potrebbe essere indigesto per qualcuno, talmente indigesto da provocare qualche sonoro ruttino di protesta. Ma sono attrezzato, ho una buona scorta di un robusto digestivo che offro gratis fin da ora. La ricetta è segreta come quella della CocaCola, svelo solo uno degli ingredienti: pensare senza preconcetti.
Partiamo da un dato scontato e conosciuto da tutti noi: nell'immaginario collettivo il poker è IL MALE (tutto maiuscolo). Quasi inutile cercare di spiegare che non è così a conoscenti e amici, ti guardano con un inizio di compassione, sussurrano "stai attento a non rovinarti!" e poi magari si giocano un terzo dello stipendio fra lotto e grattaevinci. E' vero, abbiamo alle spalle un pregresso storico che gioca a sfavore e probabilmente con un restyling del nome, una buona campagna d'informazione e qualche azione di marketing mirata le cose potrebbero migliorare e non poco.
Ma...ma a tanta negatività contribuiamo anche noi giocatori. Perché l'immagine che offriamo - sia visiva nei live sia online nelle chat - è spesso una sgradevole miscellanea di maleducazione, sciatteria, arroganza e presunzione: quattro amazzoni dell'Apocalisse che continuano a ributtarci nell'abisso dei reietti e dei borderline Con inconscio masochismo non solo le tolleriamo ma talvolta, addirittura, le incoraggiamo nella loro nefasta azione distruttiva. E queste Erinni poi scorrazzano libere per il mondo, raccontando di noi.
E' comprensibile che in certi momenti pokeristicamente difficili rabbia e frustrazione prendano il sopravvento e che l'impulso di sciorinare tutta l'anagrafe dei santi e altre personalità celestiali sia quasi indomabile ma, se ci pensiamo un momento, è un esercizio del tutto inutile. I VIP dell'Empireo di solito non sono appassionati di allin, inutile chiamarli in causa, hanno ben altro a cui pensare. E' infantile, sciocco e sminuente per l'intelligenza di chi blatera. E irritante - talvolta anche comprensibilmente offensivo - per chi è presente o ascolta. La forza di un giocatore è nella sua capacità di metabolizzare la sciagura, non nello show isterico che già di per se stesso è una manifestazione di debolezza. Nell'online sono l’incubo delle pr: faccio bannare tutti coloro che bestemmiano e insultano parenti di vario grado. Nel Live chiamo floorman o riprendo anche il dealer per le stesse scorrettezze. E meno male che, malgrado qualche merito, non sono nessuno in questo campo e nei forum altrimenti sarei un talebano discepolo di Black (non conoscete BlackSaphire? Ahi ahi ahi...) e del suo pulsantone da ban.
Un altro aspetto negativo che per me andrebbe migliorato è quello estetico. Presentarsi in un Casinò vestiti come clochard non è una dimostrazione di personalità (quella semmai salta fuori intorno al tavolo da gioco) ma di maleducata insicurezza, un po' come proclamare " guarda come sono, non cosa valgo". Solo i grandi possono permettersi abbigliamenti bizzarri ma...avete mai notato quanto anche loro possano diventare patetici quando sono costretti a lasciare il tavolo e all'improvviso sembrano Superman colpito dalla kryptonite? Altroché mantello svolazzante...in certi casi sarebbe meglio una "mise" meno impegnativa, un colpetto discreto alla manica della camicia è sempre meglio che incappucciarsi come Adso da Melk in fuga dal monastero...Per i fans di Hellmuth: bravissimo, folkloristicissimo e incopiabilissimo. Del resto lui è americano, da quando in qua un americano è maestro di stile?
Sono bacchettone? Non credo, mi sforzo solo di pensare con la mia testa. E già che ci sono esterno anche sull'uso dell'italiano. La lingua è viva, la più dinamica delle attività umane. Esistono parole che scompaiono (chi dice più "perdirindina" o "imperrochè"?) e parole che nascono e durano pochino (ve lo ricordate "l'attimino"?, era un vero incubo. Adesso è il turno di "assolutamente". Alzi la mano chi non lo usa almeno cinque volte al giorno, speriamo si disintegri in fretta nella protosfera dell'evoluzione linguistica). Pazienza. Ma i congiuntivi, santo cielo!, si stanno estinguendo come i dodo. E dire che è la forma corretta dopo un verbo di opinione (credo che, penso che...) dietro ai quali è educato inserire una forma dubitativa, tanto per lasciare un prudente margine di errore potenziale.
Evidentemente adesso nessuno sbaglia più, ognuno enuncia il Verbo. Per non parlare del "tu" e il suo consanguineo "te" che ormai sono in totale confusione esistenziale e vorticano smarriti fra le posizioni di soggetto/complemento. Nei post dei forum, nelle chat, su Facebook ormai si usa il linguaggio SMS: veloce, essenziale e...miserrimo. Se continuiamo così fra un po' emetteremo suoni inarticolati e basta, la scrittura scomparirà e con lei anche il pensiero individuale.
Ma questa, sempre per dirla con Guareschi, è un'altra storia. Che, se volete, vi racconterò più avanti.