martedì 7 ottobre 2014

It can't rain all the time.




Regolarmente, non solo sui giornali italiani, appare sempre l'incombente austerity. Vuoi perché "casualmente" il governo di turno scopre che mancano denari oppure perché l'Europa impone sacrifici oppure ancora perché "sì e basta". Col tempo mi sono fatto una idea: gran parte della storia della austerity è una balla raccontata dai governanti per scegliere la via più facile rispetto a quella più complessa.

Supponiamo che esista una famiglia che abbia fatto dei debiti per comprare una Rolls Royce. A un certo punto la banca le chiede di rientrare del debito perché si accorge che ha fatto il passo più lungo della gamba.
Ora succede quello che nessuno (sano di mente) si aspetta: invece di vendere la Rolls per pagare i debiti la famiglia manda la figlioletta a battere sui viali.
E a quel punto si metta pure a strillare "Ecco, la Banca Cattiva ha ridotto nostra figlia a battere, guardate che malvagità, che crudeltà verso una povera ragazza!".

La verità è che la banca ha chiesto alla famiglia di rientrare dei suoi debiti. Se la famiglia sceglie di farlo mandando la figlia a battere quando invece potrebbe vendere la RR, non è la banca che ha mandato la fanciulla a battere: è stata la famiglia.
Così le misure di austerity non sarebbero tali per la popolazione se anziché tagliare sprechi, combattere la corruzione e diminuire la spesa non si fosse scelto di colpire la popolazione.

Lo stesso è stato fatto in Italia e in Francia e anche altrove: è stata imposta una politica di austerity ma l'intenzione era di colpire pensioni e aumentare le tasse. Il governo italiano avrebbe potuto tagliare le spese, gli sprechi e combattere la corruzione, tutta robetta che costa un botto di miliardi l'anno.

Se il governo sceglie invece di colpire famiglie e pensionati e alzare le tasse, non si può dire che siano state la BCE o la Merkel a imporre i sacrifici,  infatti poteva razionalizzare la macchina dello stato. 
Ma il governo ha preferito la via più semplice.