mercoledì 15 ottobre 2014

La pazienza è cosa dura, e convien meglio alla groppa del somiero, che all'anima dell'uomo.





Non ho pazienza per alcune cose, non perché sia diventato arrogante ma semplicemente perché sono arrivato a un punto della mia vita in cui non mi piace più perdere tempo con ciò che mi dispiace o ferisce o annoia. 
Non ho pazienza per il cinismo, critiche eccessive e richieste di qualsiasi natura. 
Ho perso la voglia di compiacere chi non mi aggrada, di amare chi non mi ama e di sorridere a chi non mi sorride. Non dedico più un minuto a chi mente o vuole manipolare. 
Ho deciso di non convivere più con la presunzione, l'ipocrisia, la disonestà e le lodi a buon mercato. 
Non tollero l'erudizione selettiva e l'arroganza accademica. 
Non mi adeguo più al provincialismo e ai pettegolezzi e non sopporto conflitti e confronti. 
Credo in un mondo di opposti e per questo evito le persone eccessivamente rigide e inflessibili. 
Nell'amicizia non mi piace la mancanza di lealtà e il tradimento. 
Non mi accompagno con chi non sappia elogiare o incoraggiare. 
I sensazionalismi mi annoiano e ho difficoltà ad accettare coloro a cui non piacciono gli animali. 
Ma, per prima cosa, non ho nessuna pazienza per chi non merita la mia pazienza.