sabato 14 febbraio 2015

(Assioma del Complotto) Se esistono fonti autorevoli che dicono qualcosa di avverso, sono corrotte e comprate da interessi sordidi.

Il prossimo che pubblica (ovunque possa digitarci sopra) che quel coglione di Corona è dentro per due foto lo banno e/o lo tolgo da qualunque social abbia in contatto con lui.
E no, non mi frega nulla se Schettino non è ancora in carcere: non vi piace la legge? Cambiatela ma non rompete i coglioni con paragoni assurdi e idioti.


Per la cronaca, ecco le "due fotine" del tamarro Corona (Tamarro è un termine gergale della lingua italiana utilizzato per indicare una persona ritenuta rozza o comunque non stimabile, quindi non cominciate a offendervi perché siete nati in meridione: la tamarraggine non è geolocata. E' distintiva di una persona):





Elenco riassuntivo

Aggressione a pubblico ufficiale: condanna definitiva al risarcimento (2002-2009)
Nel 2002 malmena un agente della Polizia Municipale. Per tale ragione nel 2009 è condannato definitivamente dalla sesta sezione penale della Corte di Cassazione al risarcimento della vittima.


Infrazioni al codice della strada (2007-2009)
Il 7 marzo 2007 viene arrestato a Milano da una pattuglia stadale dei Carabinieri per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e passa la notte in camera di sicurezza, il giorno seguente viene di nuovo sorpreso alla guida, nonostante la patente gli fosse stata sospesa a tempo indeterminato.

Il 2 gennaio 2008 è stato denunciato dalla Polizia Stradale di Varese per guida senza patente. Alla guida di un fuoristrada Hummer, Corona avrebbe esibito un passaporto sostenendo di aver dimenticato la patente a casa.
Il 19 gennaio 2008 viene nuovamente sorpreso alla guida senza patente.
Il 2 aprile 2009 è stato fermato dalla Benemerita e da un vigile mentre a bordo della sua Bentley percorreva la corsia preferenziale in contromano.
Il 12 maggio 2009, in seguito ad una rissa scaturita per aver imboccato una via contromano, viene fermato e arrestato dalla polizia del Principato di Monaco, dove trascorre la notte in cella.
Sono numerose le sanzioni amministrative a causa di eccessi di velocità, di guida senza casco, senza patente o con il foglio rosa ma senza guidatore esperto accanto.

Processo Vallettopoli per estorsione (2007-2013)
Arresto, domiciliari (2007) e rinvio a giudizio (2008)
Il 13 marzo 2007 Corona è arrestato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'estorsione,[60] nell'ambito dell'inchiesta potentina denominata "Vallettopoli", condotta dal PM Henry John Woodcock e successivamente trasferita a Milano. È stato in prigione 77 giorni, divisi fra il carcere di Potenza (33 giorni) e il Carcere di San Vittore (cella n.106) a Milano. Il 29 maggio gli vengono concessi gli arresti domiciliari.

La vicenda è stata ampiamente seguita dai media italiani, sia in merito alle vicende strettamente giudiziarie che nei risvolti polemici e di gossip (attacchi di Corona ai magistrati inquirenti, presunte conseguenze dell'accaduto sul suo rapporto matrimoniale, ecc.). Sfruttando l'onda di popolarità, Corona pubblica sia una canzone (Corona non perdona) sia un libro (La mia prigione).
Il 29 febbraio 2008 gli vengono tolti gli arresti domiciliari e viene rinviato a giudizio,[63] mentre Lele Mora viene prosciolto dalle accuse.

Filone di Milano
Caso Lapo Elkann, Francesco Coco e Adriano: condanna definitiva a 1 anno e 5 mesi di reclusione (2009-2011)
Il 27 ottobre 2009 il PM di Milano Frank Di Maio chiede una condanna a 7 anni e due mesi di reclusione per Fabrizio Corona, accusato di estorsione e tentata estorsione per presunti fotoricatti ai danni di alcuni vip, tra cui Lapo Elkann e Adriano.

Il 10 dicembre seguente Corona viene condannato a 3 anni e otto mesi di reclusione[66] dalla quinta sezione penale del Tribunale di Milano. I giudici hanno anche condannato il suo collaboratore Marco Bonato a 2 anni e quattro mesi di reclusione.
In appello, il 2 dicembre 2010, la condanna viene ridotta a 1 anno e cinque mesi per tentata estorsione ai danni dei calciatori Francesco Coco e Adriano.
Il 21 ottobre 2011 la Corte di Cassazione conferma la condanna in appello a 1 anno e cinque mesi e la sentenza diventa quindi definitiva.

Caso Alberto Gilardino: assolto
Lo avevano fotografato mentre usciva "con un'amica" da una discoteca milanese. E lui, che era giovane e che voleva crearsi una "fama positiva di giocatore"[senza fonte] chiese e Corona se era possibile ritirare le immagini dal circuito delle riviste gossip. Al processo lo stesso Gilardino ammette: "Chiesi io se era possibile ritirare quelle foto, perché volevo crearmi una fama positiva di giocatore e in quel periodo mi stavo costruendo un futuro da professionista"[senza fonte], ha detto Gilardino, che a quell'epoca giocava nel Parma. "Corona - ha aggiunto - mi disse che dovevo dare 6mila euro se volevo ritirarle. Non ricordo se l’assegno l'ho dato a Corona o al fotografo che era con lui  In quel periodo giocavo a Parma e venni a sapere che c'erano queste foto. Ero molto giovane e mi stavo costruendo un futuro nel calcio e non mi andava che venissero fuori  fotografie di serate, che non ero abituato a fare».


Filone di Roma
Caso Francesco Totti: assolto (2007)
"Un accordo privato, nessun reato". Finisce in archivio l'inchiesta sull'ipotesi di estorsione ai danni del calciatore della Roma Francesco Totti, che ha pagato 50 mila euro per bloccare la pubblicazione di un'intervista su un suo presunto flirt con Flavia Vento. Era una delle "puntate" di Vallettopoli, scoppiata sulla scia di un'indagine avviata a Potenza e poi approdata al tribunale di Roma, l'archiviazione, sollecitata dalla procura, è firmata dal gip Tommaso Picazio.

"Non ho mai ricattato nessuno in vita mia. Non ne ho bisogno", si difese Flavia Vento al pm Vincenzo Barba, che l'aveva convocata a Palazzo di giustizia. Con lei erano indagati il fotografo Fabrizio Corona, finito in carcere e l'agente dei VIP Lele Mora. La vicenda riguardava un'intervista della soubrette - la cui pubblicazione sarebbe stata gestita dall'agenzia di Corona - su un flirt con il capitano della Roma. Un'intervista bloccata pochi giorni prima del matrimonio tra il calciatore e Ilary Blasi.
Vito Scala, preparatore e factotum di Totti, pagò 50 mila euro per stoppare l'articolo. Secondo il pm ed il gip, quel denaro fu pagato dal capitano romanista per compensare il mancato guadagno di Corona. Che avrebbe dovuto ricevere 40 mila euro dalla rivista Gente, pattuiti per l'intervista della Vento. I soldi non furono versati perché la soubrette fece un passo indietro non firmando al settimanale la liberatoria per la diffusione delle sue dichiarazioni. Dunque, "nessuna estorsione, solo un accordo fra privati".
Ascoltato in procura durante le indagini, Totti ha smentito di aver avuto un flirt con la soubrette e ha ribadito di aver sentito parlare di ricatto soltanto quando Vallettopoli è esplosa sui giornali. La stessa Flavia Vento ha negato la faccenda sul settimanale Chi.
Nella richiesta di archiviazione il pm ha scritto che a Flavia Vento e a Mora non è stato possibile attribuire alcuna responsabilità penale dato che non hanno partecipato alla trattativa né hanno ricevuto dei soldi. Tesi raccolta dal gip.
In un intervista al Corriere della Sera la Vento racconta : «Totti? E' cretino: dare i soldi a Corona per non far pubblicare una seconda intervista... Poteva telefonarmi».Cosa avrebbe detto a Totti, signorina Flavia Vento? «Che non avevo dato nessuna seconda intervista. Anzi, io volevo fermare pure la prima...».La prima è quella — maggio 2005 — in cui raccontava la serata d'amore a casa sua, all'Eur, con il campione della Roma. «Corona mi spingeva: "Dai, racconta questa storia che ti è successa!"». Lei perché diede ascolto a Corona? «Era uno scoop. E tutta Roma lo sapeva. Poi ho telefonato al direttore di Gente e gli ho detto di non pubblicare. Ma lui ha pubblicato».Perché lei parlò e poi smentì? «Soprattutto per Ilary. Seppi che era incinta. Dopo la pubblicazione, poi, Lele Mora e Corona mi dissero: "Non devi parlare più di Totti perché i tifosi della Roma ti vogliono menare"».

Filone di Torino
Caso David Trezeguet: condanna definitiva a 5 anni di reclusione (2010-2013)
Un altro procedimento penale, il 12 marzo 2010, viene condannato a 3 anni e quattro mesi di reclusione in primo grado dal Tribunale di Torino per aver ricattato il calciatore della Juventus David Trezeguet. In realtà, è stato lo stesso Trezeguet a contattare l'imputato in merito ad alcune foto che lo ritraevano mentre consumava un rapporto fedifrago, dopo essere venuto a sapere degli scatti che sono stati prodotti da un collaboratore dell'agenzia di Corona; quest'ultimo, in cambio della cessione del servizio fotografico, ha chiesto allo sportivo venticinquemila euro emettendo regolare fattura. Il documento, dopo essere finito nelle mani degli inquirenti, ha portato all'incriminazione di Corona e alla conseguente condanna; a nulla è valsa la testimonianza di Trezeguet in cui veniva chiarita la natura amichevole della transazione. Il PM aveva richiesto una condanna di tre anni e sette mesi.

Il 16 gennaio 2012 la Corte d'appello di Torino aumenta la condanna a 5 anni. Il 18 gennaio 2013 la Cassazione conferma in via definitiva la condanna a 5 anni di reclusione per estorsione aggravata e trattamento illecito di dati personali; lo stesso giorno viene spiccato il mandato d'arresto.

La fuga in Portogallo e l'arresto: condanna definitiva a 7 anni e 10 mesi in continuazione (2013)
Il 18 gennaio la Seconda sezione penale della Cassazione conferma la sentenza della Corte d'Appello e la procura generale di Torino dispone l'ordine di arresto. Corona si dà alla fuga, trova ospitalità a Cascais (Portogallo) e dopo sei giorni di latitanza lì si consegna alle forze dell'ordine.[70][71] Processato per direttissima da un tribunale portoghese, Corona viene estradato in Italia e condotto nel carcere di Busto Arsizio. Viene poi trasferito nel Carcere di Opera, dove sta scontando una condanna a 7 anni, 10 mesi e 17 giorni comprendente le sentenze definitive che lo hanno condannato a: 5 anni per il filone di Torino, 1 anno e cinque mesi per quello di Milano (tentata estorsione nei confronti di Coco e Adriano), 1 anno e sei mesi per un altro processo (patteggiamento risalente al 2009 per detenzione e spendita di banconote false e detenzione e ricettazione di una pistola).


Banconote false: 1 anno e 6 mesi in continuazione (2008-2009)
Il 3 marzo 2008 è stato fermato dalla Polizia Stradale di Orvieto assieme a dei complici dopo aver tentato di pagare in un autogrill usando banconote false;[72] bloccati dagli agenti lungo l'autostrada, tentano di disfarsi di alcune banconote poi risultate false. Di conseguenza, Corona è stato tratto in arresto ed accompagnato alla sezione di polizia di Orvieto assieme ad altre due persone. Durante una perquisizione nella sua casa milanese sono state rinvenute altre banconote false e una pistola di piccolo calibro.

Corona ha pagato con euro falsi anche il 28 febbraio 2008 in due bar dell'aeroporto di Fiumicino. Qui, oltre ai carabinieri dell'aeroporto, si sono messi al lavoro anche i colleghi del comando antifalsificazione monetaria secondo i quali le due banconote da 100 euro spese da Corona fanno parte di una partita già nota alle forze dell'ordine.
Il 5 marzo seguente Corona patteggia una pena di 1 anno e sei mesi di reclusione per detenzione e spendita di denaro falso, dopo aver scagionato le altre due persone coinvolte.
Il 12 ottobre 2009 viene condannato a 4 mesi di carcere e 300 euro di multa (pena convertita in una sanzione di 4.560 euro) per detenzione e spendita di banconote false e detenzione e ricettazione di una pistola.
La condanna va in continuazione con la pena di 1 anno e sei mesi di reclusione patteggiata a Orvieto per la detenzione di banconote dello stesso stock che Corona aveva cercato di spendere ad un benzinaio.

Bancarotta fraudolenta e frode fiscale: condanna definitiva a 3 anni e 10 mesi (2008-2013)
Il 9 dicembre 2008, a seguito di un'istanza di fallimento presentata dalla Mondadori Pubblicità per una fattura di 45 000 euro non pagata, la sua società Corona's s.r.l. è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Milano.

Il 24 marzo 2009, è stato iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale.
Il 29 luglio 2010 viene notificato a Corona l'avviso di chiusura delle indagini preliminari. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanzia di Milano contestano a Corona ed altri sette imputati (tra cui Lele Mora) un'evasione fiscale di 17 milioni di euro, frutto di una serie di false fatture emesse da un imprenditore genovese, tale Marcello Silvestri, il quale, grazie ad alcuni prestanome, avrebbe emesso fatture false per consentire a vari imprenditori (tra cui Mora e Corona) di ridurre il reddito imponibile delle rispettive società, abbassando quindi l'ammontare delle imposte dovute al Fisco. Secondo gli inquirenti milanesi la LM Management di Mora e la Corona’s, fallite rispettivamente nel 2010 e nel 2008, tra il 2005 e il 2007, avrebbero evaso rispettivamente 4 e 3,8 milioni di euro.
Il 17 dicembre seguente viene chiesto il rinvio a giudizio.
Il 28 gennaio 2011 Corona chiede che il processo venga celebrato nelle forme del rito abbreviato e il 28 aprile seguente Corona viene condannato a 4 anni di carcere mentre Mora ottiene che il processo venga trasferito a Bergamo per il criterio di competenza territoriale.
Il 7 giugno 2012 la Corte d'assise d'appello di Milano conferma la colpevolezza del Corona, riducendo però leggermente la pena a 3 anni e 10 mesi.
Il 10 aprile 2013 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna d'appello che diviene quindi definitiva: Corona dovrà scontare in carcere 3 anni e 10 mesi, che si sommano alle precedenti condanne definitive.
Il 28 gennaio 2015 la Corte di cassazione di Roma annulla lo sconto di pena applicato dal gip di Milano il 10 febbraio 2014 in riguardo a questa condanna; ora il gip di Milano dovrà ricalcolare la condanna e Corona deve pagare le spese processuali.

Corruzione: condanna definitiva a 1 anno e 2 mesi (2007-2013)
Durante la permanenza in carcere per l'inchiesta Vallettopoli, corrompendo con 4.000 € un agente della Polizia Penitenziaria, tramite il proprio avvocato Corona si fa consegnare una macchina fotografica usa-e-getta, con la quale realizza un servizio da San Vittore, che riesce a pubblicare su alcune riviste di gossip e gli frutta circa 20 000 euro. Verrà poi condannato l'8 marzo 2010 per corruzione – con rito abbreviato – a 1 anno e otto mesi; la pena ha tenuto conto del risarcimento spontaneo di 8 000 euro al ministero della Giustizia. Sono stati condannati pure l'agente penitenziario e l'avvocato in questione.

Il 26 marzo 2012 la Corte d'Appello di Milano conferma la colpevolezza del Corona, riducendo però la condanna ad 1 anno 2 mesi e cinque giorni.
Il 4 giugno 2013 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna d'appello che diviene quindi definitiva: Corona dovrà scontare in carcere 1 anno 2 mesi e cinque giorni, che si sommano alle precedenti condanne definitive.
Il 28 gennaio 2015 la Corte di cassazione di Roma annulla lo sconto di pena applicato dal gip di Milano il 10 febbraio 2014 in riguardo a questa condanna; ora il gip di Milano dovrà ricalcolare la condanna e Corona deve pagare le spese processuali.

Ricettazione: assolto (2010)
Il 23 marzo 2010 è imputato davanti alla prima sezione del Tribunale di Milano per ricettazione; ciò sarebbe dovuto ad un assegno di 10 000 euro denunciato come rubato e incassato dallo stesso Corona.

Il 15 luglio seguente viene assolto, come richiesto anche dal Pubblico Ministero.

Diffamazione a mezzo stampa
Caso Simona Ventura: assolto (2010-2011)
Il 31 maggio 2010 il PM di Milano Giancarla Serafini chiede il rinvio a giudizio per diffamazione per Corona, reo di aver prodotto le seguenti affermazioni in una lettera aperta inviata al settimanale "Chi" pubblicato il 26 agosto 2009: "Quanti pranzi e quante cene abbiamo condiviso in dodici anni di frequentazione che entrambi abbiamo avuto con Lele Mora? Potrei scrivere un libro sulla 'Simona segreta' e tu lo sai bene, molto bene. E anche Lele potrebbe farlo", affermazioni che secondo i legali di Simona Ventura avrebbero un intento chiaramente intimidatorio e diffamatorio, ragion per cui è stata sporta querela; chiesto il rinvio a giudizio anche per il direttore del rotocalco Alfonso Signorini, che avrebbe omesso i controlli necessari.

Il 20 settembre seguente il Gup Nicola Clivio rinvia a giudizio sia Corona che Signorini, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero. La Ventura si costituisce parte civile nei confronti di Corona.
Fabrizio Corona ha poi chiarito al processo: "Volevo dire che potrei raccontare un lato del suo carattere che non si conosce pubblicamente, ma non mi riferivo di certo a materiale fotografico o video".
Il 23 maggio 2011 Corona viene assolto in primo grado.

Caso Barbara d'Urso (2010)
Ad agosto era venuta alla luce un nuovo episodio di presunta diffamazione. La conduttrice Barbara d'Urso chiede infatti 100 000 euro di risarcimento a Corona, il quale nel dicembre del 2009 intervenne telefonicamente alla trasmissione Pomeriggio Cinque condotta dalla d'Urso e dove una giornalista presente in studio, Beatrice Baratto, riferiva di averlo querelato per truffa. Circostanza poi risultata reale. Tanto è che a seguito di quella vicenda Corona è stato poi condannato a 9 mesi dal Tribunale di Milano, più il risarcimento di tutti i danni. Nel corso della stessa trasmissione appunto il Corona ebbe un battibecco con la d'Urso dicendo: "Volevi un grande share? Te lo faccio fare adesso così andrai su tutte le televisioni d’Italia. Ti devi vergognare cara Barbara d’Urso, ti devi vergognare perché questo lavoro non sai neanche come si fa e non lo sai fare, e non sei stata e non sarai mai una giornalista. Se tu fossi una giornalista non avresti mandato in onda mio figlio senza un mio permesso e lì non vi ho querelato, hai fatto fare tutto quello che volevi alla mia ex moglie, sfruttando la mia questione personale per i tuoi interessi e facendo l'amica che non sei, e neanche amica di mio padre. Due: questa signora falsa e bugiarda (Beatrice Baratto) quando ti ha telefonato ha detto che due giorni fa ha fatto una denuncia. Dove ca**o è la denuncia? Tu la dovevi chiamare in studio oggi se portava una denuncia, e la denuncia non ce l'ha se no non potevi portarla, perché è una deontologia professionale".

Nel gennaio 2013 la d'Urso durante il suo programma Domenica Live, alla presenza del fotografo Maurizio Sorge in studio, ha dichiarato: "Una delle cause che ho in ballo con lui è perché Corona ha preso la faccia di mio figlio e l'ha sbattuta in prima pagina facendo credere che quello che aveva in mano fosse uno spinello e non una sigaretta. Si è permesso di toccare mio figlio e proprio perché sono mamma non ho potuto accettarlo".
Infine Corona manda una lettera di scuse dal carcere a Barbara D'Urso, letta dalla stessa conduttrice in diretta a Domenica Live il 18 gennaio 2015 con ospite la mamma di Fabrizio. Il 25 gennaio a Domenica Live Barbara d'Urso promette che andrà a trovare Corona ma solo tre giorni dopo, in seguito alla sentenza della Corte di cassazione che annulla lo sconto di pena a Corona, alla conduttrice viene chiesto di non parlare più della vicenda.

Truffa
Caso Baratto: 9 mesi in primo grado (2010-)
Il 13 novembre 2012 il Tribunale di Milano in primo grado condanna Corona a 9 mesi di reclusione per aver incassato 10 000 euro dalla giornalista ligure Beatrice Baratto in cambio di collaborazioni giornalistiche e ospitate in televisione salvo poi non mantenere l'accordo preso nel 2010. Il giudice ha inoltre stabilito che Corona debba restituire quanto indebitamente incassato.


Caso Castaldo (2011-)
Nell'estate del 2011 l'imprenditore Giuseppe Castaldo deposita contro Corona una querela al Tribunale di Milano per il reato di truffa contrattuale per aver versato 6 000 euro alla Fenice srl per la promozione del suo marchio di abbigliamento sportivo ("Vintage golf") con Sara Tommasi testimonial del marchio senza che poi Corona abbia rispettato il contratto. Come giustificazione per il mancato servizio con la Tommasi, gli è stato replicato che non poteva più essere utilizzata per via del suo coinvolgimento nell'inchiesta sulle serate-scandalo di Arcore con il premier Silvio Berlusconi.

Violazione di domicilio: risarcimento e ritiro della denuncia (2011-2014)
Per essere penetrato il 26 febbraio 2011 nell'abitazione di Concetta Serrano, madre della ragazza uccisa nel 2010 ad Avetrana, Corona viene rinviato a giudizio l'11 marzo 2013. L'inizio del processo, inizialmente fissato per il 2 luglio viene rinviato al 17 dicembre per un vizio di forma.

Corona, in un'intervista, aveva dichiarato di essere rimasto nell'abitazione degli Scazzi a chiacchierare amichevolmente per 30 minuti e di aver realizzato un’intervista con Ivano, amico di Sarah. Nel paese pugliese qualcuno gli avrebbe proposto delle immagini scottanti della povera ragazza.
Corona ha chiesto scusa alla signora, chiarendo che non aveva alcuna intenzione di spaventarla e che il suo obiettivo era quello di realizzare un’intervista esclusiva per alcuni settimanali, per la quale era pronto a offrire anche 50-100 000 euro.
Nel dicembre 2014, in seguito al risarcimento pagato da Corona, la Serrano ritira la querela e l'udienza preliminare del 17 dicembre viene cancellata.

Appropriazione indebita: pagamento dei danni e ritiro della denuncia (2011-2013)
Il 1º febbraio 2013 viene rinviato a giudizio dal Tribunale di Bolzano per appropriazione indebita: nell'agosto del 2011 non avrebbe pagato e riconsegnato nei termini previsti (tre giorni) un’Audi A8 dal valore di 80 000 euro presa in noleggio recapitandola con un ritardo di quindici giorni con annesse 25 multe. È quindi debitore di 5.800 euro nei confronti di Daniele Moschitta, amministratore dell'autonoleggio. Il processo, inizialmente fissato per il 30 aprile 2013, è stato poi rinviato al 18 giugno. Durante l'udienza le parti hanno raggiunto un accordo per il ritiro della denuncia in seguito al pagamento di 7 300 euro. La giudice Cristina Ebner ha quindi disposto il non luogo a procedere per intervenuta remissione di querela.


Oltraggio a magistrato e falsa testimonianza (2013-)
Il 5 marzo 2013 Corona, sorvegliato dalla polizia penitenziaria che lo ha tradotto dal carcere al Tribunale di Como, depone come testimone nel processo su presunte fatture false ed episodi di peculato legati a spettacoli organizzati al casinò di Campione d'Italia. Corona, che era già stato convocato due volte dal tribunale nei mesi precedenti ma non si era mai presentato, ha prima cambiato versione sul fatto che Nina Moric e Alessia Fabiani non si sarebbero esibite al Casinò e poi ha avuto un lungo alterco con il PM Mariano Fadda ("Mi porti rispetto, esigo educazione nei miei confronti, mi deve guardare in faccia quando mi parla"), al termine del quale il magistrato ha chiesto al tribunale la trasmissione degli atti in procura per oltraggio al magistrato in udienza e per falsa testimonianza.


Detenzione d'arma da fuoco: 5 mesi e 20 giorni in appello
In data 11 giugno 2013 viene condannato dalla Corte d'Appello di Milano a 5 mesi e 20 giorni di carcere per detenzione di arma da fuoco e ricettazione (pena non convertibile in multa); in primo grado era stato condannato a 4 mesi con pena convertibile in sanzione pecuniaria.


Violazione delle misure cautelari
Filone di Taranto: 5 mesi in primo grado

Nel dicembre 2013 viene condannato in primo grado, dal giudice monocratico del Tribunale di Taranto, a 5 mesi di reclusione per avere violato le misure di sorveglianza impostegli dal Tribunale di Milano. L'episodio risale all'ottobre del 2012 quando Corona si recò presso una discoteca di Martina Franca senza il permesso del Tribunale Milanese.


Filone di Lanciano: 25.000 euro di multa
Il 21 gennaio 2014 il Tribunale di Lanciano lo condanna a 3 mesi e 10 giorni di reclusione, convertiti in 25.000 euro, per aver violato gli obblighi di sorveglianza speciale del Tribunale di Milano tenendo senza permesso una serata di spettacolo in un bar di Lanciano il 5 ottobre 2012.


Evasione fiscale
Periodo d'imposta anno 2004: condanna definitiva ad 1 anno di carcere (2014)
In data 8 gennaio 2014 la Suprema Corte di Cassazione in Roma condanna Fabrizio Corona ad un anno di carcere dichiarando inammissibile il ricorso presentato dai suoi legali. Secondo la Suprema Corte Corona avrebbe evaso 488.205 euro relativi al periodo di imposta 2004. La pena si va quindi a sommare immediatamente agli altri anni di carcere già inflittigli.


Periodi d'imposta anni 2007 e 2008: assolto (2014)
Il 12 giugno 2014 Fabrizio Corona viene assolto dal Tribunale di Milano per insussistenza dei fatti contestati nell'ambito del procedimento, iniziato il 6 febbraio dello stesso anno, in cui era accusato di avere evaso il fisco, nel biennio 2007/2008, per un ammontare complessivo di circa 1,3 milioni di Euro.


Falso e corruzione: aumento di pena da 7 anni e 3 mesi a 8 anni e 7 mesi (2014)
Il 6 novembre 2014 il Tribunale di Lanciano gli aumenta la restante pena complessiva di 7 anni e 3 mesi a 8 anni e 7 mesi per i reati di falso e corruzione dopo il riconoscimento della Corte d’Appello di Lisbona dove era stato arrestato.


Annullamento dello sconto di pena: da 9 anni e 8 mesi a 13 anni e 2 mesi (2015)
Il 28 gennaio 2015 i giudici della Prima sezione penale della Corte di cassazione di Roma accolgono il ricorso del pm di Milano contro lo sconto di pena applicato dal gip di Milano nel febbraio 2014: viene annullata così l'ordinanza limitatamente alla continuazione per i reati di corruzione (1 anno e 2 mesi) e di bancarotta e frode fiscale (3 anni e 10 mesi) e ora il gip di Milano dovrà ricalcolare la condanna; Corona dovrà così scontare 13 anni e 2 mesi anziché 9 anni e 8 mesi e in più deve pagare anche le spese processuali.