martedì 13 ottobre 2015

Teatro sociale di Bellinzona - Chi è di scena



Orlando pazzo per amore

di Ludovico Ariosto

Orlando pazzo per amore
Con: Stella Addario, Antonella Carone, Roberto De Chirico, Francesco Casareale, Patrizia Labianca, Loris Leoci, Antonio Marzolla, Dino Parrotta, Domenico Piscopo, Antonella Ruggiero
Adattamento e regia: Flavio Albanese e Marinella Anaclerio
Scena: Marta Marrone
Costumi: Marta Genovese
Disegno luci: Beppe Filipponio
Movimenti di scena: Alberto Bellandi
Arrangiamenti musicali: Roberto Re Davide
Preparazione vocale: Ida Decenvirale
Realizzazione scena: Deni Bianco
Produzione: Compagnia del Sole, 2013




Orlando è un innamorato “esagerato” e come tutti gli esagerati, ovvero coloro che nelle loro reazioni vanno“oltre” ciò che buon senso prescrive , si presta alla tragedia ed alla commedia insieme. Tra le svariate note che contraddistinguono il poema dell’Ariosto abbiamo prediletto l’iperbole , tanto cara anche ai grandi comici dell’Arte. Dal nostro incontro con questa Poetica Follia, ne è nata una Tragicommedia popolare in maschera. Coi ritmi ed i modi della commedia all'improvviso, quasi un varietà, il Capocomico/Astolfo, guida il pubblico attraverso gli inseguimenti e le disavventure amorose che i paladini Orlando e Bradamante affrontano in preda alla passione amorosa. Lui per la principessa cinese Angelica e lei per il saracino Ruggiero. Dovrebbero essere vicini a Re Carlo assediato da Agramante re dei Mori ma dimentichi del loro principale dovere, disertano e fuggono dal campo di battaglia alla ricerca dei loro amati in fuga. A Agramante non va meglio, perché anche tra i suoi Saracini l’amore e la vanità serpeggiano allontanando dal fronte i suoi migliori campioni.



“O gran bontade dei cavalieri antiqui rivali siam siamo di fé diversi eppur per selve oscure e calli obliqui insieme andiam senza sospetto aversi a seguitare Angelica che fugge!”

Così recitano Ferraù e Rinaldo quando in groppa ad un unico cavallo partono all'inseguimento di Angelica dopo aver duellato per averla. Un grandioso e precoce esempio di Melting-pot! Di quadro in quadro, tra un madrigale di Monteverdi ed un pezzo dei Beatles suonati da una curiosa band di Zanni che si alternano vorticosi, seguiamo i capitani nell'inseguire e nel languire d’amore, nel rimproverarsi per la loro debolezza e nel lasciarsi andare alla grande illusione della passione, nel perdersi nella follia e nel ritrovarsi…Dalla periferia di Parigi ai Pirenei, da Zibelterra alle coste dell’Africa, dal Catai alla Luna! Il tutto in una scatola di porte girevoli dalle quali appaiono e scompaiono Servi, Capitani, Vecchi pastori ed Amorini pronti a commentare rimproverare o consolare con una canzone una poesia o uno sberleffo come in un iperbolico varietà. Pop e sfacciato.

Del testo.
Il Poema ariostesco è un enorme raccolta di storie d’amore e guerra, di viaggi e di magie. Forte è l’eco dell’Eneide, sulla quale abbiamo lavorato in passato. Un vero labirinto di storie dove ci si può tracciare un percorso assolutamente autonomo. Scegliendo di seguire l’intreccio di Orlando e Bradamante, abbiamo focalizzato il tema dell’illusione come lettura drammaturgica, mettendo al centro del lavoro il Palazzo delle illusioni costruito dal mago Atlante per rinchiudervi con Ruggero, tutti i campioni di ambo le parti, prigionieri dell’oggetto ambito: donna uomo cavallo o spada mitica che sia. Astolfo così diventa il prescelto da Dei e Maghi per aiutare gli esseri che incontra a liberarsi delle illusioni e dunque dall'incantesimo. Il lavoro principale è stato di portare in prima persona il testo, o tradurlo nel dialetto di alcune maschere come Pantalone o Angelica “la cinese”. Considerato il tema non abbiamo resistito a citare alcuni passaggi de “La grande Magia“ di Eduardo, dove il gioco dell’illusione è centrale come quello del Teatro. I personaggi, lungi dalla psicologia e dal sentimentalismo, sono pura azione e la passione amorosa e lo spirito di lealtà verso le leggi della cavalleria ne sono il carburante. Orlando è l’innamorato per eccellenza: quando ama il Re fa giuramento di non toccar donna per esser solo “suo” nella difesa del regno e della cristianità. Quando s’innamora di Angelica si ripromette o lei o Morte e abbandona il re in difficoltà, per inseguirla. Quando la scopre innamorata di un altro impazzisce spogliandosi letteralmente oltre che dell’armatura e dei suoi panni da se medesimo…La ridicolizzazione che fa Ariosto dell’esaltazione del paladino del ciclo carolingio è evidente. Quale repertorio migliore per uno spettacolo di Commedia? Dove le maschere condividono identica struttura meccanica e surreale? Le sfumature son date dalla meravigliosa lingua del poeta, capace si piegarsi e inventarsi continuamente soluzioni per restare nel canto.