Facciamo una piacevole
simulazione: siete alle Wsop Circuit di Campione – 16/29 Settembre prossimi – e
avete giocato molto oculatamente. La busta con le vostre chips è bella gonfia:
bene, è giunto il momento di rilassarsi e di andare a vedere qualcosa che
probabilmente non conoscete.
Nei dintorni della cittadina sul
lago Ceresio ci sono moltissime attrattive e abbiamo scelto per voi alcuni
luoghi particolari, dal futile allo storico.
Per cominciare andiamo a
Mendrisio al FoxTown (link): un enorme
outlet con oltre sessantasette negozi che spaziano dall'abbigliamento ai
casalinghi passando per i giocattoli e i gioielli. Sette, fra ristoranti e bar,
vi offrono piatti sfiziosi e variegati fra una passeggiata e l’altra su e giù per
i quattro grandi piani dell’edificio.
Aperto tutti i giorni dalle 11
alle 19 (anche domenica, cosa che in Svizzera non succede mai), dotato di grande
parcheggio sia interno sia esterno e servito anche da mezzi pubblici, il
FoxTown è un ottimo posto dove trovare quel qualcosa che si cerca e non si è
trovato. Sovente ci sono particolari offerte vantaggiose: per esempio i
prossimi mercoledì (combinazione proprio quelli delle WSOPC) ci sono sconti
aggiuntivi sui prodotti Adidas.
Andando per musei (link
a tutti i musei presenti in Ticino), uno davvero particolare si trova sul Monte
San Giorgio a Meride. Il Monte San Giorgio è situato ai piedi delle Alpi
Meridionali, a cavallo tra il Canton Ticino e le aree dei monti Pravello e Orsa
nel Varesotto.
Attorniato dai due rami meridionali del Lago Ceresio, il monte
raggiunge la sua massima altitudine a quota 1.097 metri in territorio svizzero.
E’ uno dei più importanti giacimenti di fossili marini al mondo del Triassico
medio (247-237 milioni di anni fa). A differenza di altri giacimenti di fama
mondiale – che presentano di regola un unico livello fossilifero attribuito a
un momento ben preciso della storia geologica - il Monte San Giorgio mostra
almeno cinque diversi livelli, ciascuno dei quali può contenere più di
un’associazione fossile. Questo particolare aspetto permette lo studio
evolutivo, sull'arco di milioni di anni, di determinati gruppi di organismi
riferiti allo stesso ambiente. Da questi cinque livelli sono stati finora
estratti oltre ventimila fossili. Nel complesso, si contano circa venticinque
specie di rettili, cinquanta specie di pesci, più di cento specie di
invertebrati oltre a varie specie di vegetali, in particolare conifere.
Qui, nel centro del paese di
Meride, sorge il museo - iscritto nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO – dove
sono in mostra raccolte davvero uniche di fossili di animali e piante
provenienti dagli eccezionali giacimenti. Una ricostruzione lunga due metri e
mezzo del sauro terrestre Ticinosuchus
accoglie trucemente il visitatore. Viveva circa 240 milioni di anni fa ai
margini di un mare subtropicale, insieme a molti pesci e altri sauri che si
erano adattati alla vita acquatica. L’eccezionale stato di conservazione degli
scheletri del Triassico medio del Monte San Giorgio ha reso la “montagna dei
sauri” un sito naturalistico di fama mondiale. Distribuito su quattro piani,
presenta una grande varietà di esseri viventi che abitavano il mare e la costa
del Ticino meridionale di allora: tra 245 e 180 milioni di anni fa.
Illustrazioni e modelli rendono comprensibile al visitatore questo mondo da
lungo tempo scomparso, i cui fossili sono stati estratti, preparati e descritti
scientificamente da specialisti svizzeri e italiani a partire dal 1850.
Facendo un salto nel Sopraceneri
(il cantone di lingua italiana si divide in due con il Monte Ceneri come
spartiacque fra il basso e l’alto Ticino da cui le denominazioni correnti: Sottoceneri
e Sopraceneri) e superando quindi Lugano, la fermata d’obbligo è Bellinzona.
Primo perché la parte antica è molto bella e poi per i suoi castelli (link).
I castelli di Bellinzona sono fra
le più mirabili testimonianze dell'architettura fortificata medievale elvetica.
La configurazione odierna della chiusa bellinzonese, che ha le sue lontane
origini in un nucleo tardo-antico sito sulla collina di Castelgrande, si deve
sostanzialmente alla complessa attività edilizia promossa nel Quattrocento dai
Visconti, duchi di Milano. Risale a quell'epoca la costruzione di un possente
impianto difensivo che sbarrava la valle del Ticino in tutta la sua larghezza
per arrestare l'avanzata dei confederati dalla Svizzera interna. Ancora oggi
questa fortificazione, con le sue mura merlate, le torri e le porte, non cessa
di destare meraviglia. Definendo
Bellinzona una chiave dei passi alpini e una porta di passaggio obbligato per
l'Italia in uno scritto indirizzato al duca di Milano nel 1475, il commissario
di guerra Azzone Visconti intese sottolineare il ruolo strategico della città e
richiamare l'attenzione sulla necessità di apportare migliorie alla chiusa
nella valle del Ticino. Infatti su Bellinzona convergono tanti valichi come su
nessun altro sbocco meridionale delle Alpi. Accanto ai passi del San Gottardo,
Novena, Lucomagno e San Bernardino, aperti oggi al traffico moderno, occorre
ricordare gli antichi itinerari a piedi, a cavallo o con bestie da soma come
Greina, molto frequentata, e il San Jorio lungo l'asse ovest-est
Domodossola-Centovalli-Valtellina. All'altezza della strozzatura di Bellinzona,
nello spazio di pochi chilometri tutte queste vie si allacciavano a un'unica
arteria di comunicazione che più a sud nuovamente si diramava in diverse strade
che per terra e per acqua portavano alla pianura lombarda. Nei secoli la fortuna
dei singoli passi battuti da sovrani, ambasciatori, messaggeri, commercianti,
mandriani, pellegrini, guerrieri, profughi e mendicanti è stata altalenante.
Analogamente anche l'importanza strategica di Bellinzona ha subito variazioni
nel corso del tempo a causa della mutevole politica dei trasporti, come anche
della situazione topografica particolarmente favorevole all'impianto di opere di
fortificazione. Un dosso roccioso proteso verso la piana dal fianco orientale
della valle costituisce una chiusa naturale che lascia aperti solo due
passaggi: a est, la strettoia dove nel Medioevo è sorto l'insediamento urbano;
a ovest, il tratto pianeggiante bagnato dalle imprevedibili acque del Ticino
che scorrono verso il lago Maggiore. Difficile immaginarsi un luogo più
propizio all'edificazione di uno sbarramento difensivo.
Sino all'età moderna inoltrata la
zona alluvionale del fiume Ticino con il piano di Magadino ridotto a palude,
rimase ostile a ogni forma di insediamento umano. Ancora nel XV secolo un
braccio navigabile del lago Maggiore raggiungeva Bellinzona, dando vita allo
sviluppo di un pittoresco piccolo porto nei pressi della Torretta, “torre di
controllo” dell’epoca e non più esistente da tempo.
Ora è possibile visitare i tre
castelli: partire da Castelgrande (proprio in centro a Bellinzona) e da lì
proseguire – volendo anche a piedi – verso i manieri di Montebello e Sasso
Corbaro e passeggiare su quasi tutte le murate per ammirare le nerborute difese
cittadine. Al loro interno ci sono sempre mostre con tematiche diverse:
fotografiche, arte (antica, moderna, contemporanea) su Bellinzona o comunque il
Ticino; a Castelgrande c’è anche un ricco museo archeologico e una sala dove
viene proiettato un video, di una ventina di minuti e molto ben fatto, sulla
storia delle fortificazioni e dei signori che governarono il territorio
bellinzonese.
Se invece vi piacciono le
emozioni forti – e magari la voglia di fare una passeggiata nei boschi - perché
non tentarvi con il ponte tibetano? Ebbene sì, a Sementina (link)
c’è un bellissimo ponte eretto da pochi mesi, lungo 270 metri e dal
ragguardevole peso di circa 50 tonnellate.
Realizzato dalla Fondazione
Curzútt-S. Barnàrd, istituzione indigena per la salvaguardia della zona,
consente di attraversare l’impervia valle che divide i comuni di Monte Carasso
e Sementina. Il ponte unisce Curzutt e S. Bernardo alla Via delle Vigne,
consentendo di effettuare escursioni in una zona ricca di presenze storiche,
paesaggistiche ed enogastronomiche. Ancorato a una quota di 696 metri, nel
punto centrale il ponte s’innalza ondeggiando a ben 130 metri dal suolo. Il
camminamento, largo un metro scarso, è in legno di larice. Il ponte è
comodamente accessibile grazie alla funicolare che da Monte Carasso porta a
Mornera passando da Curzùtt, antico e caratteristico borgo collinare che
costituisce il punto di partenza ideale per scoprire un sito ricco di
testimonianze.
E visto che avete fatto uno
sforzo vuoi per i castelli o vuoi per il ponte, ecco dove mettere le gambe
sotto il tavolo per rifocillarvi. Due locali a Bellinzona: Trattoria Cantinin
dal Gatt e, per chi ama il classico, la pizzeria Lampara.
Al Cantinin del Gatt si può
andare più volte senza mai mangiare la stessa cosa: ed è un bene perché la
cucina è buona. Lo chef propone tutti i giorni un nuovo menu a pranzo e una nuova
carta serale circa ogni due settimane, a seconda delle stagioni. Alcune delle
proposte vengono preparate con prodotti solo locali. L’ambiente è accogliente
(la trattoria è in una vecchia casa riattata in un piccolo vicolo del centro
storico), il personale è attento e i dettagli sono molto curati. Con il
bicchiere d’aperitivo non manca un piattino di lardo e pane integrale. E con il
caffè, biscottini alle mandorle.
Per una cena completa: tra i 40 e
i 60 franchi a persona.
La Lampara è invece un ristorante
pizzeria, di chiarissime origini italiane, che ha il vantaggio d’essere sempre
aperto e con cucina “elastica” per i parametri svizzeri: cioè si mangia anche prima
e dopo gli orari canonici del mezzodì o delle sette di sera. Vasta la carta
delle pizze e interessante il menù, soprattutto quello del giorno. Spettacolare
il fritto di pesce di calamari e gamberetti con patatine fritte, molto
abbondante e soprattutto leggero. Il costo si colloca fra i 30 e 60 franchi a
testa.
A questo punto, non resta che
augurare buon gioco e buona permanenza a coloro che affolleranno i saloni del
Casinò di Campione per queste attesissime WSOP Circuit.
Fonti: Ticino turismo, Bellinzona Turismo, Internet