lunedì 14 ottobre 2013

Excusatio non petita…


Qualcuno mi ha fatto notare con gentilezza che talvolta è un po’ difficile seguirmi: parlo di cucina in Francia, disserto di attualità e sembra che io sia in Italia. Per aumentare la confusione dichiaro in quella noticina a destra dal blog di risiedere in Svizzera.

Lì per lì avrei voluto rispondere che sono fatti miei dove scrivo e vivo ma poi ci ho riflettuto sopra e la questione mi offre lo spunto per un paio di considerazioni che magari possono interessare non solo il qualcuno della prima riga ma anche altri.
Orbene: mi sento di affermare che sono un esule. 
Volontario e per niente nostalgico. Dell’Italia tutt'al più rimpiango la pizza ma ormai il mondo è pieno di egiziani che la sanno fare benissimo e quindi il problema è belle che risolto. In Francia pizzaioli egiziani e non tendono a usare il concentrato di pomodoro e il risultato è scadentino; in Svizzera, grazie all'andirivieni dei frontalieri con il loro quotidiano bagaglio di italianità, in generale la pizza è ottima.

Non rinnego la mia patria d’origine ma ne sono disgustato. 
Ahimè, non solo dalla masnada dei politicanti ma anche e soprattutto dai miei compatrioti. Che non hanno il coraggio di affrontarli a muso duro e mandarli a quel paese con il biglietto di sola andata una volte per tutte.
Prima considerazione: non ho più l’età – e da un pezzo – per salire sulle barricate. Da giovane le mie battaglie le ho combattute, eccome. E ho anche sperato che sarebbero servite a chi veniva dopo di me. Errore clamoroso, le esperienze altrui sono inutili come il concime sul marmo.

Seconda considerazione: un amico inglese, al quale stavo descrivendo la situazione italiana attuale, mi ha blandamente interrotto con un sussurro: “ogni popolo ha il governo che si merita, se non gli piace ha tutti i mezzi per cambiarlo”. Ci sono rimasto male ma devo ammettere che ha ragione, l’italico starnazzamento è fine a se stesso, un costante saggio di indignazione seguito dal nulla cosmico.

Terza considerazione: sto raccomandando a tutti i sottotrentenni che conosco di abbandonare l’Italia e cercare altrove il loro futuro. 
Le mamme dei suddetti non riescono a reprimere un sussulto preoccupato, i papà annuiscono gravemente ma mi gioco la barba che poi a casa cercheranno di smantellare parola per parola le mie esternazioni. 
I bamboccioni in natura non esistono, vengono prodotti e coltivati fra le mura domestiche in totale clandestinità neanche fossero cinesi importati illegalmente.


Quarta considerazione: quindi mi sento più che giustificato se talvolta fingo di non essere italiano. Ci riesco benissimo, per fortuna.