(aggiornamento alle 20.00: sospese le esequie)
Alla fin fine il centenario gerarca Priekbe non solo è morto ma anche sepolto.
Alla fin fine il centenario gerarca Priekbe non solo è morto ma anche sepolto.
Questo dopo che si è discusso se, dove e come celebrarne i
funerali, se farlo in chiesa o altrove, prendendo a calci l'auto e
magari malmenando qualcuno dato che si era già in piedi: il tutto per ottenere
"audience" sul fondamentalismo del nulla.
Vado a spiegare: gli unici che avrebbero diritto
(malgrado siano passati oltre 68 anni) di qualunque forma di rivalsa nei
confronti dell'ex ufficiale tedesco sono soltanto i parenti diretti di coloro
che son morti alle fosse ardeatine. Tutti gli altri - compresi tutti quelli che
sui social network contribuiscono a farmi pensare che non siamo tutti
uguali e non abbiamo tutti gli stessi diritti - non hanno nessun fondato motivo
per sentirsi perseguitati. Da nessuno.
Non hanno partecipato alla guerra, non
erano partigiani, non erano nazisti. Forse hanno avuto un parente in guerra o
uno che ancora ricorda qualche spizzico di guerra ma questo non li autorizza a
definirsi "perseguitati dal gerarca nazista". Non sono mai stati perseguitati
davvero. Si fanno portavoce dei perseguitati - che spesso se ne stanno per i
fatti loro e hanno cose ben più importanti cui pensare - e si inalberano per
conto terzi.
In questo mondo ci siano ancora un sacco di posti
dove se sei ateo vieni ammazzato e se sei agnostico ti impalano, dove si pratica
l'infibulazione, se sei gay ti impiccano e altro ancora. E trovo anche
sacrosanto che ci sia qualcuno che si occupa dei diritti civili delle persone
che debbono patire le crudeltà umane e cercare di portare loro (quando
possibile) qualunque genere di conforto.
Ma fate un piacere al genere umano: non
atteggiatevi come se tutto succedesse solo a voi. Non siete
vittime di nessuna inquisizione, di nessuna sharia, di nessuna persecuzione. E
mettere una croce su un questionario "a chi destinare l'otto per mille" non è
ancora considerata una persecuzione.
Gli omosessuali impiccati non sono -
comunque - uno spettacolo edificante. Ma per incazzarsi per questo come se
accadesse a voi dovete essere gay. E dovete essere gay iraniani.
Potete arrabbiarvi e manifestare contro i
persecutori, è una ragione per fare qualcosa ma non una ragione per sentirsi
perseguitati. Anche se foste gay. Perché non succede a voi. Quindi state
lottando per un sacco di cose giuste, ma non siete vittime. E non avete conti in
sospeso.
Parlarne come se ne aveste vi copre di
ridicolo.