sabato 21 settembre 2013

Humor Informatico...

Universo ... storia agghiacciante.


Era una giornata come tante nel laboratorio del Dott Pulsar, da una vita impegnato in ricerche sul DNA. 
Oramai era l'anno... non so quale, il dottore aveva perso ogni cognizione del tempo, tanto la ricerca lo teneva occupato.

- Dottore, per compilare questo documento è necessaria la sua tessera IP.

La voce dell'assistente Conrad lo distolse per un attimo dai suoi pensieri. Già, il documento...

Tirò fuori la sua tessera IP, era analoga alla nostra del codice fiscale, ma nell'epoca del Dott Scarf il codice fiscale era stato sostituito da un IP statico in esadecimale, con un numero spropositato di cifre. Ciò consentiva l'identificazione univoca di una persona nel pianeta e fuori di esso, permettendo di contattarla istantaneamente.

Il dottore pose la sua tessera IP sul tavolo, accanto ad una rappresentazione del DNA e si mise alla ricerca dei suoi occhiali.
Ad un tratto la visione sfocata della tessera IP e della struttura del DNA gli apparve nitida, molto più nitida che non attraverso i suoi spessi occhiali, se li avesse trovati. Già, la tessera IP, con i suoi ermetici numerini esadecimali, gli appariva come un insieme di macchie più chiare e più scure, lo stesso per quanto riguardava il DNA!

Ecco allora che la mente si aprì ad una geniale intuizione: il DNA non era altro che un indirizzo IP! Ecco perché era differente per ogni persona! 
Cominciò a saltellare per il laboratorio come un ragazzino, lasciando di stucco il fido assistente.

- Pensa! - urlò l'arzillo dottore - Se il DNA è un indirizzo IP si spiegherebbero molte cose!

L'assistente cominciò a pensare che il Dott Pulsar avesse fuso il cervello.

- Ma non capisci? - aggiunse il dottore - Se il DNA è un indirizzo IP si potranno aprire innumerevoli porte alla scienza! Ad esempio, sfruttando la tecnologia "voice over IP" si potrebbe perfino parlare con gli animali!

- Ah, si? - replicò l'assistente, sempre più scettico - E come conta d'installare loro il plugin necessario alla decodifica?

- Ah, questo non è compito nostro, una volta aperta la strada ci penseranno i nostri tecnici!

- Dott. Pulsar, le ricordo che il DNA è già stato sufficientemente analizzato e sono state identificate le funzionalità di quasi tutti i suoi geni. Come si accorda ciò con la sua teoria?

- I geni non sono altro che raggruppamenti di altri numeri IP, in pratica sono delle sottoreti, ognuna con il compito di gestire una determinata funzionalità! Ma ci pensi? Potremo monitorare lo stato di salute di una persona con un semplice ping!

- A patto, naturalmente, di collegare tutti con un cavo... dottore, non è che per caso lei abbia visto Matrix?

- Matrix? Quel vecchissimo film a 2 dimensioni? Ma qui la situazione è fondamentalmente diversa. Infatti se ciascun essere vivente ha un numero IP allora probabilmente è già accessibile dall'esterno, altrimenti non avrebbe senso. Sicuramente esiste qualche linea di collegamento tra esseri viventi che non conosciamo. Basterà scoprirla ed il gioco sarà fatto!

- Dottore... sa che quasi quasi mi convince?

- Certo, perché ho ragione!

Il dottore si mise ad ipotizzare tutte le possibili implicazioni della sua scoperta.
Il cancro, ad esempio poteva essere semplicemente un conflitto di IP. Sarebbe bastato effettuare un reindirizzamento dei geni interessati. Lo stesso per curare le varie malattie genetiche. Incredibile. Ma chi assegnava gli IP? La ricerca proseguì.
Il Dott Pulsar arrivò alla conclusione che gli IP venivano assegnati da un certo Device Input/Output, cioè dispositivo d'ingresso/uscita in quanto si occupava della gestione dell'assegnazione/disassegnazione dell'IP sia all'ingresso (nuova nascita) che all'uscita (decesso).
Il Device Input/Output era abbreviato con la sigla D.I.O.

Ciò apriva un interrogativo: gli IP venivano riassegnati dopo la morte? Se si allora poteva esistere la reincarnazione!
In più D.I.O. apriva un altro enigma: si sapeva che era UNIX, ma in 3 persone. Non erano chiare le loro competenze, comunque l'insieme poteva venir trattato come un'unica scatola nera che svolgeva le sue funzioni.
Ormai preso dalla sua ricerca il Dott Pulsar cominciò ad ipotizzare la possibilità di provare lui stesso ad assegnare un IP. Per far ciò doveva trovare qualcosa privo di DNA, un oggetto! Provò con i suoi occhiali, dopo averli trovati, naturalmente. E' stata questa la ricerca più impegnativa della sua vita! 
L'assistente cominciò a spaventarsi. Sapeva che il dottore stava tentando di competere nientemeno che con D.I.O.

- Sciocchezze! - esclamò il dottore - Una volta capito il meccanismo... è facile!

Scelse un numero IP abbastanza elevato, in modo da ottenere una ragionevole sicurezza del fatto che si trattava di un IP libero e lo attivò.
Con sua enorme sorpresa ottenne il messaggio:

Internal error: brain not found.

Caspita, l'IP poteva venir assegnato solo a strutture viventi, con un minimo di intelligenza, sia pure quella appena abbozzata dei vegetali, oppure animali, non oggetti! Ecco perché questi ultimi non avevano per natura un IP! Il dott. Pulsar abbozzò una smorfia di disappunto, ma poi s'immobilizzò. Tutto il laboratorio rimase immobile. E fuori. Tutto il mondo era inerte, avvolto in un silenzio irreale! 
Sul monitor di D.I.O. apparve una finestra. 

Diceva: "L'applicazione non risponde."

D.I.O. era in 3 persone.

Si consultarono, poi decisero l'operazione estrema: pigiarono i tasti con le loro sigle: CTRL - ALT - CANC e riavviarono per l'ennesima volta l'universo.